Alfatradiol: i benefici del farmaco sulla cura della calvizie
La calvizie, oltre a essere un problema comune e molto diffuso, è uno dei più preoccupanti per chi ne soffre, in quanto, con i suoi tipici diradamenti e il peggioramento della qualità dei capelli, finisce per intaccare l’immagine e la qualità di vita di ognuno, incentivando anche l’insorgere di disagi come la depressione. Per questo motivo, alla luce del 2025 e delle nuove tecnologie disponibili in ambito medico e farmaceutico, la ricerca di soluzioni anticalvizie efficaci non si arresta e continua verso lo studio di formulazioni sempre più innovative. Un esempio? Alfatradiol. Ecco quali sono i suoi principi attivi e come agisce per limitare la perdita della chioma.
Cos’è Alfatradiol?
Alfatradiol è un isomero sintetico del 17β-estradiolo, studiato appositamente per ridurre al minimo l’attività estrogenica sistemica. Viene impiegato sotto forma di soluzione topica e rappresenta uno dei rimedi contro l’alopecia androgenetica più interessanti degli ultimi anni. Il suo meccanismo d’azione si concentra sull’inibizione dell’enzima 5-alfa-reduttasi, responsabile della conversione del testosterone in diidrotestosterone (DHT), un ormone chiave nella miniaturizzazione dei follicoli piliferi e nella loro progressiva atrofia, che cessa la crescita dei capelli. La sua modalità d’azione sul cuoio capelluto, per essere spiegata al meglio, merita un paragrafo a sé. Ma per farlo è necessario partire da cos’è il DHT e qual è il suo ruolo nel decorso dell’alopecia androgenetica.
Cos’è l’ormone DHT e che impatto ha sulla calvizie
Come molti già sanno, l’alopecia androgenetica è strettamente legata all’azione che alcuni ormoni androgeni hanno sul cuoio capelluto e sull’attività dei follicoli piliferi. Soprattutto il diidrotestosterone, derivato dal testosterone grazie all’enzima 5-alfa-reduttasi. Nei soggetti geneticamente predisposti, questo ormone si lega ai recettori dei follicoli sensibili, provocandone la miniaturizzazione e un progressivo assottigliamento del capello fino alla completa atrofizzazione.
Alfatradiol e DHT: cosa li lega
Il farmaco Alfatradiol agisce proprio su questo aspetto: punta a inibire l’attività dell’enzima 5-alfa-reduttasi bloccando, di fatto, la conversione del testosterone in DHT all’interno del follicolo pilifero. Così facendo, riduce la quantità di DHT disponibile a livello cutaneo, limitandone l’effetto dannoso sui bulbi e contrastando, in maniera localizzata, la causa principale della calvizie. Il tutto, senza influenzare gli altri livelli ormonali sistemici e minimizzando quindi il rischio di effetti collaterali che possono venire da alterazioni endocrine.
Quali sono i benefici di Alfatradiol?
Alfatradiol offre, quindi, diversi benefici a chi soffre di alopecia androgenetica. È l’esempio di:
- Riduzione della caduta della chioma. Il beneficio più immediato e percepibile è la diminuzione della caduta dei capelli. Inibendo la formazione di DHT, i follicoli piliferi vengono protetti dalla miniaturizzazione, consentendo loro di mantenere un ciclo di crescita regolare.
- Promozione della ricrescita. Sebbene non sia da intendersi come farmaco per la ricrescita diretta e “miracolosa” dei capelli persi a causa della calvizie, Alfatradiol può favorire la rinascita di capelli più forti e spessi, là dove i follicoli non sono ancora atrofizzati. Aumenta il numero di fusti in anagen e crea un ambiente follicolare salutare, favorevole alla crescita della chioma.
- Miglioramento della qualità dei capelli. Data la presenza di più follicoli sani, anche i capelli esistenti tendono a diventare meno sottili e più resistenti, migliorando l’aspetto generale della capigliatura.
- Zero controindicazioni. Come già accennato, lavorando localmente (si applica in via topica sulle aree del cuoio capelluto da trattare), Alfatradiol è pressochè privo di effetti collaterali sistemici, ed è ben tollerato da tutte le categorie di pazienti. A differenza di altri trattamenti anticalvizie come la Finasteride, Alfatradiol è ben tollerato anche dalle donne.
Parliamo di efficacia scientifica sulla calvizie
Già negli anni ’80 uno studio dimostrò che l’applicazione topica di una lozione contenente estradiolo potesse migliorare la condizione dei soggetti affetti da calvizie, grazie alla riduzione della produzione di DHT e all’attivazione dell’aromatasi, che trasforma parte del testosterone in estradiolo stesso. Oggi, Alfatradiol, con la sua formulazione ottimizzata, rappresenta un’estensione di quella scoperta, utilizzabile con sicurezza anche negli uomini, senza i tipici effetti collaterali legati all’uso sistemico di estrogeni.
Tuttavia, ci sono dei limiti…
Pur potendo essere considerato come promettente e nuovo farmaco per la cura calvizie, Alfatradiol non è efficace in tutti i casi. Ad esempio, non garantisce la ricrescita totale dei capelli persi, l’aumento di densità e volume della chioma, e risulta poco utile nelle situazioni di alopecia grave, dove un gran numero di follicoli è ormai in atrofia.
Come per tutti gli altri farmaci anticalvizie, anche per Alfatradiol, il segreto del successo è la costanza di applicazione. I risultati non sono, infatti, immediati e richiedono un uso regolare e prolungato della formulazione, per essere apprezzabili entro alcuni mesi. E, ancora una volta ugualmente agli altri farmaci, è bene consultare un dermatologo o tricologo prima di iniziare il trattamento anticalvizie, per ricevere una diagnosi accurata e una prescrizione personalizzata, ma, soprattutto, per capire se questo tipo di trattamento fa al caso proprio.Infine, è opportuno non dimenticare che un valido aiuto nell’inibizione dell’azione del DHT è dato anche dalla Medicina Rigenerativa Capelli. In particolare dal Protocollo bSBS di HairClinic. Il metodo, nella sua Fase 3 di Potente Azione Antinfiammatoria, ripristina un cuoio capelluto e un ambiente follicolare sano e stabile, eliminando i danni del DHT, per permettere ai follicoli danneggiati di ripararsi in modo autologo e provvedere a una nuova crescita della chioma.
Il Protocollo bSBS

La Medicina Rigenerativa Capelli: una nuova frontiera contro la caduta dei capelli
Negli ultimi anni, la Medicina Rigenerativa Capelli si è imposta come una delle soluzioni più promettenti per contrastare il diradamento e la caduta dei capelli. Diversamente dalle soluzioni tradizionali, come i farmaci o l’autotrapianto, questo approccio rivoluzionario non si limita a mascherare il problema, ma agisce sulle cause profonde, favorendo la ricrescita naturale dei capelli.
Tra le diverse tecniche di Medicina Rigenerativa Capelli, il protocollo bSBS si distingue per il suo approccio completo e personalizzato. Questo trattamento in 5 fasi combina oltre 16 tecnologie all’avanguardia per:
- Bloccare l’invecchiamento follicolare precoce: principale responsabile della caduta dei capelli.
- Promuovere la ricrescita e la densità dei capelli: favorendo la rivitalizzazione dei follicoli piliferi già miniaturizzati.
- Contrastare l’infiammazione: che danneggia i follicoli e ne ostacola la crescita.
I vantaggi del Protocollo bSBS rispetto all’autotrapianto per diradamenti lievi:
- Approccio non chirurgico: ideale per chi teme interventi invasivi o desidera evitare cicatrici.
- Trattamento indolore: senza anestesia e fastidi post-operatori.
- Recupero immediato: permette di tornare alle proprie attività quotidiane subito dopo il trattamento.
- Efficace anche sui casi lievi: agisce fin dalle prime fasi del diradamento, prevenendone la progressione.
- Risultati duraturi: favorisce una ricrescita sana e stabile nel tempo.
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