Autotrapianto di capelli: si può fare con i follicoli di un’altra persona?
Nonostante la presenza di metodi d’intervento sempre più innovativi, il trapianto di capelli trova ancora il suo spazio nell’elenco dei migliori trattamenti alla calvizie. La sua popolarità, tuttavia, non riduce il numero di richieste dei pazienti alle prese con questo tipo di intervento, che desiderano scoprire ogni possibile rischio prima di sottoporvisi. Una delle domande più gettonate in tal senso è quella che chiede: “Si può effettuare il trapianto di capelli utilizzando i follicoli di un’altra persona?”. Ecco cosa dicono gli esperti.
Cos’è il trapianto di capelli e come si esegue
Prima di addentrarci nel tema del rigetto – che poi è il motivo principale per cui non è possibile fare il trapianto di capelli con i follicoli di un’altra persona – è utile ripassare brevemente in cosa consiste tale procedura anticalvizie.
L’autotrapianto è una tecnica chirurgica che prevede il prelievo di unità follicolari da un’area donatrice del paziente. Essa generalmente coincide con la parte posteriore o laterale del cuoio capelluto, dove i capelli sono geneticamente resistenti all’azione dell’ormone DHT (diidrotestosterone), responsabile di calvizie androgenetica.
Dopo il prelievo, le unità follicolari di queste aree vengono impiantate nelle zone riceventi, ovvero quelle diradate, in modalità differente a seconda del metodo di trapianto capelli scelto tra FUT (Follicular Unit Transplantation), FUE (Follicula Unit Extraction) o DHI (Direct Hair Implantation).
Si tratta di un’operazione eseguita in anestesia locale e che richiede precisione e competenza da parte del chirurgo, per garantire un risultato estetico naturale e una buona sopravvivenza dei follicoli trapiantati.
Ma, proprio in quanto tale, può presentare dei rischi, come qualsiasi altro intervento. Uno dei più diffusi e che più spaventano i pazienti? Il rischio di rigetto, di cui parleremo a breve.
Perché il trapianto di capelli non si può fare con i follicoli di un’altra persona?
Sebbene tecnicamente possibile, trapiantare capelli utilizzando follicoli di un donatore non è una pratica eticamente accettata né consigliata dalle équipe mediche specializzate in chirurgia della calvizie. Il motivo principale risiede nella reazione del sistema immunitario del ricevente.
Il nostro organismo possiede, infatti, un sofisticato sistema di difesa, progettato per identificare e attaccare qualsiasi elemento percepito come estraneo, dai virus ai batteri, fino ai tessuti non autologhi. Questa risposta immunitaria è regolata da specifici marcatori cellulari chiamati antigeni del sistema HLA (Human Leukocyte Antigen), diversi per ogni individuo. Se i follicoli provengono da un altro soggetto, anche se apparentemente compatibili, il sistema immunitario li riconoscerà come “non-self” e innescherà un rigetto.
Nel caso di un trapianto con follicoli esterni, le cellule immunitarie del ricevente attaccherebbero i nuovi bulbi piliferi, compromettendone la sopravvivenza e causando la caduta dei capelli trapiantati, rendendo quindi l’intervento del tutto inefficace.
Ma allora, perché con i trapianti d’organo questo problema non si pone? Perché per evitare il rigetto si ricorre a farmaci immunosoppressori, che abbassano artificialmente le difese immunitarie. Tuttavia, nel contesto di un intervento estetico come il trapianto di capelli, l’uso di questi farmaci non è giustificabile a causa dei loro seri effetti collaterali.
Per questo motivo si ricorre esclusivamente all’autotrapianto, ovvero il trapianto di unità follicolari prelevate dallo stesso paziente. Solo follicoli geneticamente identici possono, infatti, integrarsi pienamente nel cuoio capelluto, senza provocare reazioni avverse.
Qual è il rischio di rigetto nel trapianto di capelli?
Poiché nell’autotrapianto di capelli vengono utilizzati i follicoli dello stesso paziente, il rischio di rigetto è solitamente nullo. Questa è una delle ragioni principali per cui l’intervento è considerato una soluzione sicura ed efficace per la calvizie.Tuttavia, se la propria zona donatrice è scarsa di follicoli vitali, esistono delle alternative per risolvere i diradamenti: dal trapianto di capelli artificiali, eseguito con biofibre accettate dagli anticorpi; a soluzioni estetiche come parrucche, parrucchini, riporti o la tricopigmentazione; passando per l’efficacia del trapianto ectopico con follicoli prelevati da altre aree del corpo del paziente, come barba, schiena e petto. Ma l’unico, vero, metodo anticalvizie che segue la medesima logica autologa del trapianto di capelli è il Protocollo bSBS di HairClinic. I fattori di crescita utilizzati per stimolare i follicoli alla Rigenerazione sono, infatti, prelevati dal sangue del paziente, eliminando il rischio di rigetto e di reazioni avverse dell’intero Trattamento Inclusivo.
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Trapianto Capelli Automatizzato atFUE: Cosa è incluso?

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- TMC Cellule Staminali del Follicolo: impiegate per potenziare la ricrescita e la vitalità dei capelli trapiantati.
Supporto Post-Trapianto
- Fino a 4 visite nel primo anno post-intervento: per monitorare i progressi e ricevere eventuali trattamenti addizionali personalizzati per ottimizzare i risultati.
- Follow-up continuo negli anni successivi: per garantire il mantenimento dei risultati nel tempo.
Un approccio completo e personalizzato
atFUE non si limita a un semplice intervento chirurgico, ma rappresenta un vero e proprio percorso di rigenerazione capillare. Viene eseguito solo su pazienti idonei, dopo un’attenta valutazione delle condizioni cliniche del cuoio capelluto e dei follicoli.
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