Terapia Inclusiva: senza il Trapianto è una casa senza basi.
Solo una Terapia Inclusiva può contrastare la degenerazione del Follicolo Capillare e il Trapianto di Capelli non è una Cura della Calvizie.
Terapia Inclusiva: il Trapianto di Capelli non è né cura, né soluzione permanente alla Calvizie.
Questo punto di partenza giustificherà il perché solo una Terapia Inclusiva può risolvere tutti i problemi che un autotrapianto semplicemente nasconde. Cerchiamo come primo obiettivo di capire cosa sia un Trapianto di Capelli.
La strategia del “coprire le magagne” date dall’Alopecia trasferendo nelle zone glabre capelli prelevati da zone sane, è molto antica. I primi tentativi pionieristici risalgono infatti alla fine del XVIII secolo, ma è soltanto nel 1939 che un dermatologo giapponese, Shoji Okuda, comincia a stabilirne i capisaldi.
Dobbiamo attendere altri undici anni per avere un profilo per così dire “più strutturato” del Trapianto di Capelli. Infatti nel 1950 lo statunitense Norman Orentreich sviluppa ulteriormente le tecniche di trapianto, dando il via alla fase “moderna”. Il punto cardine della discussione è però lo stesso. Il trapianto di Capelli non è né Cura, né soluzione permanente.
Perché non è una Cura? Semplicemente perché le vere cause della caduta di capelli sono fisiologiche e profonde.
Perché non è una soluzione? Proprio perché le vere radici della Calvizie, non recise con cure specifiche, non saranno scalfite.
Perché non è permanente? Perché la situazione evolutiva dell’Alopecia proseguirà il suo lavoro tossico sui Follicoli Capillari e anche quelli trapiantati andranno incontro ad un triste destino.
La Medicina Rigenerativa Inclusiva è l’unica strada che porta ad un vero contrasto dell’evolutività della Calvizie.
La calvizie è una condizione evolutiva assai complessa. La sua vittima è il Follicolo Capillare che, ad un certo punto della sua vita, va incontro ad una sofferenza fisiologica cronica. Progressivamente il parco follicolare va incontro ad un assottigliamento, via via sempre più significativo.
Il momento finale di questa degenerazione follicolare è l’atrofia, Questo punto di non ritorno non può essere minimamente affrontato intervenendo solo sulla parte esteriore del problema. Le cause alla base di quella tendenza evolutiva devono essere intercettate ben prima e non sarà certo un operazione di “copertura strategica” a risolvere il problema..
Anche se eseguito a regola d’arte, un autotrapianto è un evento traumatico. Sia in zona donante, che in quella ricevente, lascerà delle microscopiche cicatrici, piccole fibrosi del tessuto che saranno un problema per tutti quei follicoli che spesso hanno già qualche difficoltà.
Infine dopo qualche tempo anche il nuovo innesto capillare comincerà a soffrire degli stessi sintomi che afflissero i capelli ormai perduti. Da qui l’esigenza (sbagliata) di ricorrere a più trapianti. Solo una Terapia Multidisciplinare di Medicina Rigenerativa Inclusiva può andare al cuore del problema e fronteggiare realmente la Calvizie.
In tutti i casi trattabili di Calvizie la Medicina Rigenerativa Inclusiva è sempre da preferire alla chirurgia.
Ci sono degli scenari di sofferenza capillare che venti o trenta anni fa erano affrontati a tappeto con la chirurgia. Proprio in seguito a questi approcci, c’è oggi una sconfinata letteratura scientifica che riporta i danni di questi trapianti. Danni dati da caduta da shock post-traumatico, da fibrosi del cuoio capelluto, insomma, proprio il contrario di ciò che si sarebbe voluto curare.
Quindi se si osserva una caduta di capelli ancora non significativa, un diradamento più o meno diffuso o anche un leggero arretramento della linea frontale, la via maestra deve essere sempre quella non chirurgica. Proprio i pazienti affetti da diradamento sono quelli che rispondono nel modo più importante, sia da un punto di vista clinico, che estetico, alle terapie di Medicina Rigenerativa Inclusiva.
Solo un approccio inclusivo, profondo e dettagliato può favorire ricrescite significative, e irrobustimenti dei Capelli. Ma ciò che forse è più importante è che tale tipo di Terapia Inclusiva tende a promuovere un consistente e durevole riequilibrio delle funzioni fisiologiche del sistema scalpo-capelli.
Una Terapia Inclusiva di Medicina Rigenerativa è utile anche quando il quadro è un po’ troppo evoluto.
Il riequilibrio fisiologico appena citato è prezioso anche nel caso trapianti multipli senza aver mai curato la salute del proprio parco follicolare attivo. Pur se in ritardo, infatti, è sempre possibile bloccare al massimo la tendenza evolutiva dell’Alopecia. L’obiettivo è sempre quello di un contrasto all’evoluzione della Caduta dei Capelli curando il tutto in modo efficace e stabilizzando i risultati nel tempo.
Un punto molto interessante è poi quello relativo ai Follicoli Capillari dormienti. Questi sono follicoli non produttivi ma ancora non atrofici. Ciò significa che questo tipo di situazioni possono essere ancora recuperabili e ciò è possibile solo attraverso l’uso di un adeguato Protocollo di Medicina Rigenerativa. È questa l’unica strategia capace di indurre una nuova germinazione di nuovi capelli.
Alla luce di quanto detto, è evidente che i pazienti che hanno un diradamento da medio a importante, non dovrebbero mai eseguire un autotrapianto prima di aver curato la problematica alla radice. Ormai la medicina rigenerativa avanzata ha ottenuto risultati tali da rendere fondamentale il ricorso ad un Protocollo di Medicina Rigenerativa Inclusiva a tutti i pazienti affetti da diradamento.
La chirurgia dovrebbe dunque essere vista solo come una definizione estetica, successiva ad un imperativo riequilibrio clinico della funzionalità follicolare. Del resto non risolve il problema alla base della Calvizie e dunque andrebbe eseguito solo quando è effettivamente necessario, cioè solo quando il potenziale rigenerativo non riesce a esprimere una rinascita totale dei capelli.
Per questo motivo la chirurgia senza il potenziamento dato da una Terapia Inclusiva è un po’ come una casa senza le sue basi. Ecco il motivo del titolo di questo articolo. Senza adeguate fondamenta, che possibilità di durata temporale ha un edificio? La stessa cosa avviene con un Trapianto non potenziato. Quando crollerà?
La Terapia Inclusiva bSBS e le sue fasi.
HairClinic da oltre dieci anni si serve di una Terapia Inclusiva all’avanguardia: il Protocollo bSBS. Di seguito una breve descrizione delle sue cinque fasi, concentrate in una unica sessione della durata di due ore e trenta minuti.
Fase Uno – Analisi Avanzate, quali Analisi Genomica, Epigenetica, Analisi della Membrana Cellulare e URC Analyser i cui dati sono elaborati da uno speciale algoritmo, UniqueStudio. Grazie a questa elaborazione, la terapia formulata è estremamente personalizzata sulle reali esigenze del paziente. Per questo motivo è impossibile realizzare due piani terapeutici identici.
Fase Due – Ricostruzione dell’Ambiente Follicolare, grazie all’azione di corpuscoli specifici prelevati dal sangue del paziente. Piastrine, Cellule Staminali e altre Cellule Riparative favoriscono un significativo ripristino della fisiologia del Follicolo Capillare che viene Rigenerato.
Fase Tre – Potente Effetto Antinfiammatorio. Un dato essenziale per avere speranza di vero contrasto all’evolutività della Calvizie è spegnere l’infiammazione cronica che spesso opera in modo incessante.
Fase Quattro – Nutrizione Paracrina. Questa fase provvede alla nutrizione del Follicolo Capillare per permetterne uno sviluppo significativo una volta raggiunte le condizioni ottimali.
Fase Cinque – Stimolo Tricogenetico. Ottenuto mediante impulsi termici controllati che attivano i Fibroblasti dell’Area del Bulge, proprio alla base del Follicolo Capillare.
Nei mesi successivi alla sessione il paziente è seguito da una Follow-up Auxologico Si tratta di un folllow-up personalizzato sull’unicità del Paziente, che amplifica l’effetto rigenerativo e stabilizza i risultati clinici ed estetici nel lungo periodo.