Calvizie genetica: se mio padre è calvo, lo diventerò anche io?

Fin dal concepimento, ogni individuo porta con sé un codice genetico che è l’unione di caratteri ereditari di mamma e papà. Non deve sorprendere, quindi, che se i genitori soffrono di patologie congenite, anche il figlio o la figlia possano ritrovarsi in futuro ad affrontarle. È il caso anche della calvizie, in particolare quella androgenetica, che può essere apertamente ereditaria. Se uno dei propri genitori ha iniziato a perdere i capelli da giovane e ora è calvo o diradato, è naturale chiedersi: “Lo diventerò anche io?“. La risposta, come spesso accade in biologia, non può essere un semplice “sì” o “no”, ma deriva da un’interazione complessa di fattori. Scopri quali nella spiegazione dei nostri esperti.

Calvizie e genetica sono in stretta relazione: ecco come

La genetica gioca un ruolo imprescindibile nella predisposizione alla calvizie. Alcuni studi, condotti da illustri dermatologi e tricologi, hanno evidenziato l’esistenza di specifici geni coinvolti nell’insorgenza o nell’accelerazione dell’alopecia androgenetica. Un esempio è il recettore degli androgeni (AR) situato nel cromosoma X, che rende i follicoli piliferi più sensibili all’azione di ormoni come testosterone e diidrotestosterone (DHT), incentivando la miniaturizzazione dei bulbi, alla base della perdita di capelli.

Poiché gli uomini ereditano il cromosoma X dalla madre, si tende a pensare che se la donna è calva, ci sia un rischio maggiore di diventarlo. In realtà, la genetica è molto complessa e la predisposizione può essere ereditata da entrambi i genitori. Difatti, anche l’ereditarietà paterna è un indicatore da non sottovalutare: se il padre ha iniziato a perdere i capelli da giovane, sviluppando una calvizie significativa, è probabile che anche il figlio possa seguire un percorso simile, pur senza una certezza assoluta.

Tuttavia, come abbiamo già accennato, il recettore AR non è l’unico implicato nell’insorgenza della condizione.

Gene AR e altri fattori di calvizie ereditaria

Secondo alcuni studi, ci sarebbero, infatti, ben 63 geni differenti, pronti a lavorare in sinergia per attivare la caduta dei capelli. E, insieme a essi, vi sono altri fattori che concorrono all’insorgenza della patologia e che possono incrementare la perdita, tra cui:

  • Età. A meno di rari casi di calvizie giovanile, la condizione androgenetica tende a manifestarsi più facilmente con l’avanzare degli anni.
  • Alterazioni ormonali. Oltre agli androgeni, i livelli alterati di altri ormoni possono favorire l’insorgenza dell’alopecia.
  • Stress. Periodi di ansia e nervosismo intenso possono accelerare la perdita della chioma.
  • Salute generale. Alcune condizioni mediche e l’assunzione di certi farmaci, possono contribuire alla caduta dei capelli.
  • Stile di vita. Seppur meno impattante della genetica, una dieta povera di nutrienti essenziali per la chioma (vitamine, minerali, acidi grassi essenziali, proteine, amminoacidi) e abitudini dannose (alcol, fumo, diete drastiche), possono influire sulla salute complessiva della capigliatura.

Quindi, la calvizie è ereditaria?

“Se mio padre è calvo, lo diventerò anche io?” è una domanda che molti si pongono, soprattutto i più giovani, osservando la calvizie dei propri genitori. 

A questo proposito, è importante sapere che l’alopecia androgenetica non è una semplice questione di “ereditarietà diretta”, nel senso più comune del termine. Il pattern genetico è, infatti, complesso. Un gene della calvizie può essere presente nel proprio DNA senza manifestarsi fisicamente per diverse generazioni. Inoltre, il suffisso “andro-” accostato alla condizione, indica che l’insorgenza della patologia è fortemente legata a fattori ormonali e recettoriali

Per questo, anche se avere familiarità con l’alopecia androgenetica aumenta il rischio, non è detto che la condizione si sviluppi nel corso della vita e, se ciò dovesse accadere, che lo faccia con la stessa intensità dei propri familiari. 

L’alopecia androgenetica andrebbe quindi interpretata per quello che è: una patologia estetica polifattoriale, con una matrice ereditaria, che solo un test genetico mirato, come quello proposto dal Protocollo bSBS di HairClinic può identificare, cogliendone anche il possibile decorso.

Cosa fare se in famiglia c’è una forte storia di calvizie?

Ad oggi, uomini e donne preoccupati da una calvizie ereditaria, hanno a disposizione varie terapie efficaci per prevenirne e contrastarne la progressione. Ecco come comportarsi.

  1. Monitoraggio precoce. Prestare attenzione ai primi segni di diradamento è importantissimo per intervenire tempestivamente e scongiurare danni più seri al cuoio capelluto, ai follicoli, ai capelli.
  2. Consultare un professionista. Un dermatologo o tricologo può valutare la situazione, comprendere la causa di caduta dei capelli e consigliare le opzioni di trattamento più appropriate.
  3. Trattamenti farmacologici e non. Farmaci come Minoxidil e Finasteride possono rallentare la perdita di capelli. Ma esistono anche terapie non farmacologiche come la Laser Terapia a Bassa Intensità (LLLT) o il microneedling che stimolano i follicoli piliferi a una migliore attività.
  4. Stile di vita sano. Una dieta equilibrata, la gestione dello stress e la cura generale dell’organismo hanno effetti positivi anche sulla salute della chioma.

Senza dimenticare l’importanza della Medicina Rigenerativa Capelli

Protocolli innovativi, inclusivi e multidisciplinari, come bSBS di HairClinic, possono fare molto per bloccare l’evoluzione del diradamento, specialmente nei pazienti giovani con familiarità. Prima si interviene, migliori saranno i risultati.

Concludendo, una storia di calvizie familiare è un fattore di rischio importante, ma non deve rappresentare una condanna inevitabile. La genetica è, infatti, complessa e altri fattori giocano un ruolo nell’insorgenza e decorso della patologia. Essere consapevoli del fatto che la calvizie è ereditaria, è importante per gestire al meglio l’eventuale caduta della chioma, in accordo con i consigli di un professionista.

Il Protocollo bSBS

La Medicina Rigenerativa Capelli: una nuova frontiera contro la caduta dei capelli

Negli ultimi anni, la Medicina Rigenerativa Capelli si è imposta come una delle soluzioni più promettenti per contrastare il diradamento e la caduta dei capelli. Diversamente dalle soluzioni tradizionali, come i farmaci o l’autotrapianto, questo approccio rivoluzionario non si limita a mascherare il problema, ma agisce sulle cause profonde, favorendo la ricrescita naturale dei capelli.

Tra le diverse tecniche di Medicina Rigenerativa Capelli, il protocollo bSBS si distingue per il suo approccio completo e personalizzato. Questo trattamento in 5 fasi combina oltre 16 tecnologie all’avanguardia per:

  • Bloccare l’invecchiamento follicolare precoce: principale responsabile della caduta dei capelli.
  • Promuovere la ricrescita e la densità dei capelli: favorendo la rivitalizzazione dei follicoli piliferi già miniaturizzati.
  • Contrastare l’infiammazione: che danneggia i follicoli e ne ostacola la crescita.

I vantaggi del Protocollo bSBS rispetto all’autotrapianto per diradamenti lievi:

  • Approccio non chirurgico: ideale per chi teme interventi invasivi o desidera evitare cicatrici.
  • Trattamento indolore: senza anestesia e fastidi post-operatori.
  • Recupero immediato: permette di tornare alle proprie attività quotidiane subito dopo il trattamento.
  • Efficace anche sui casi lievi: agisce fin dalle prime fasi del diradamento, prevenendone la progressione.
  • Risultati duraturi: favorisce una ricrescita sana e stabile nel tempo.

Opinioni, Recensioni e Risultati Protocollo Multidisciplinare.

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