Alopecia iatrogena: significato e metodi di risoluzione
Il suo nome complicato può trarre in inganno, spingendo subito a pensare a una tipologia di alopecia rara e di cui non si conoscono i metodi di trattamento. In realtà, l’alopecia iatrogena è una delle forme di tale malattia più diffuse, in quanto scatenata dall’assunzione di alcune particolari categorie di farmaci, che finiscono per indebolire i capelli, aumentando la loro caduta. Come si presenta, le sue cause nello specifico ma, soprattutto, quali sono i più efficaci metodi di cura.
Alopecia iatrogena
Cos’è l’alopecia iatrogena
L’alopecia iatrogena è una particolare forma di perdita di capelli causata da traumi vissuti dall’organismo, che lo hanno talmente debilitato, da creare in lui un forte senso di stress, che porta anche a indebolimento della capigliatura. È il caso di interventi chirurgici oppure dell’assunzione reiterata di alcune categorie di farmaci. Per questo, tale calvizie è conosciuta anche come alopecia da farmaci o alopecia medicamentosa. Il termine “iatrogeno” fa difatti riferimento agli effetti collaterali sull’organismo di pratiche mediche invasive oppure di trattamenti farmacologici.
Si tratta di una particolare forma di alopecia che può interessare indistintamente tutti gli individui. Non è quindi, come altre tipologie della malattia, soggetta a genetica.
Quali sono le principali cause di alopecia iatrogena
L’alopecia medicamentosa è pertanto diretta conseguenza di:
Terapie farmacologiche fortemente debilitanti per l’organismo
Come radioterapia e chemioterapia. Da un lato utili a trattare il cancro, dall’altro complici di un forte danneggiamento dei follicoli piliferi, con effetto su una maggiore caduta dei capelli. Mentre nel primo caso è in genere localizzata e pressochè duratura, nel secondo caso è generalizzata e temporanea. Ciò significa che al termine del trattamento, i capelli ricrescono. Tuttavia, l’alopecia da farmaci può essere anche conseguenza di altri trattamenti come le cure per l’artrite reumatoide, l’ipertensione e la depressione. Tra i farmaci responsabili più diffusi: anticoagulanti, ACE inibitori, anticonvulsivi, antigottosi, antimalarici e antineoplasici. O ancora betabloccanti e farmaci neuroattivi, terapie tiroidee, ipoglicemizzanti, terapie ormonali, come anche contraccettivi, farmaci che abbassano il colesterolo, alcuni antivirali. Anche l’assunzione eccessiva e reiterata di alcuni integratori può scatenare questa tipologia di perdita dei capelli. Come vitamina A, betacarotene.
Interventi chirurgici
In questo secondo caso, l’alopecia iatrogena è conseguenza di un forte trauma vissuto dall’organismo tramite intervento chirurgico. È molto diffusa in caso di chirurgia bariatrica, bypass gastrico che, influendo anche sull’alimentazione e sull’assorbimento delle sostanze ingerite, diminuiscono per i capelli tutti i nutrienti necessari a essere sani, forti e belli.
Trattamenti dermatologici
Un’alopecia di questo tipo, può essere infine il non voluto risultato di trattamenti dermatologici, come anche l’utilizzo di terapie laser o di farmaci topici.
I sintomi comuni dell’alopecia da farmaci
Con le altre forme di alopecia più comuni, per lo meno delle quali si sente parlare più spesso e con più facilità, l’alopecia iatrogena spartisce le seguenti manifestazioni:
- Caduta dei capelli: è il sintomo più riconoscibile.
- Perdita diffusa o localizzata: a seconda del farmaco coinvolto o dell’area del cuoio capelluto soggetta a trattamento.
- Cambiamenti nella struttura capillare: che diventa più sottile e fragile, soggetta a secchezza, opacità e rottura. Anche alla loro ricrescita, i capelli possono variare in spessore, consistenza e colore rispetto a quelli originali.
- Prurito o irritazione del cuoio capelluto: diventa anche più sensibile e dolorante.
- Tempistiche di insorgenza: l’alopecia iatrogena può insorgere sia durante il trattamento farmacologico, che in seguito allo stesso. Pertanto, è considerata in fase telogen quando i capelli cadono a 90-100 giorni dall’assunzione del farmaco. È invece anagen se i capelli si perdono subito, a inizio trattamento. Può quindi insorgere in modo improvviso o graduale.
Come trattare in modo efficace questa alopecia
Il trattamento dell’alopecia iatrogena non è univoco, bensì variabile da caso a caso e a seconda della reattività del paziente alle cure. Esso dipende infatti direttamente dalla causa scatenante la perdita di capelli e può quindi essere in questo modo risolto.
Modifiche a trattamenti e terapie farmacologiche in corso
Il medico può considerare, ove possibile (non terapie croniche), la sospensione di alcuni farmaci o un differente dosaggio, nonché la sostituzione con terapie alternative che non abbiano impatto sulla caduta dei capelli.
Valutare il supporto di alcuni integratori alimentari
Oppure di prodotti topici specifici, da abbinare alla terapia farmacologica, puntando su quelle sostanze naturali che hanno impatto positivo sulla crescita sana e forte dei capelli.
Supporto psicologico e utilizzo di parrucche e copricapi
Per limitare il forte impatto emotivo che la perdita di capelli può avere sulla persona, sulla sua autostima, fiducia e immagine di sé.
Terapia Inclusiva bSBS.
Il Protocollo di Medicina Rigenerativa Inclusiva bSBS
Il Protocollo di Medicina Rigenerativa Multidisciplinare e Inclusiva è una terapia all’avanguardia che ha dimostrato risultati e potenzialità eccezionali nella cura dell’alopecia iatrogena.
Basato sull’utilizzo di cellule staminali mesenchimali, estratte dal sangue del paziente e reinserite nel cuoio capelluto, questa terapia offre diversi vantaggi: è mini-invasiva, rapida, consentendo un ritorno veloce alla vita sociale, ed è efficace anche in casi di alopecia avanzata.
Inoltre, può essere impiegata come supporto al trapianto di capelli, migliorandone l’esito e promuovendo la ricrescita di nuovi capelli.
Cosa include il Protocollo Multidisciplinare.
Il Protocollo Multidisciplinare include la Tecnologia hCRP Sonicatoaltre e altre 16 tecnologie che agiscono in modo personalizzato per trattare la calvizie. Il costo è di 3900€ e include anche le visite post-sessione, che si svolgono tra il quarto e l’ottavo mese e solitamente tra i 12 e i 18 mesi dopo la sessione.
Durante le visite post-sessione, viene valutato il paziente e, se necessario, viene eseguito un richiamo terapeutico. Poiché le esigenze di ogni paziente sono diverse, è possibile che il paziente debba tornare in clinica anche dopo le visite post-sessione.
La stabilizzazione dei risultati e dei benefici è un obiettivo importante, che può essere raggiunto solo con un percorso terapeutico personalizzato. Il follow-up eseguito in clinica è parte integrante del protocollo e incluso nel suo costo, fino a quando i risultati ottenuti non raggiungono la massima stabilità autologa.
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Interviste e Media.
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