Il PRP Capelli non è una cura e non salva il Trapianto.

Il PRP Capelli non cura la Calvizie, non migliora o stabilizza i risultati di un Trapianto. Oggi c’è di più, grazie alla Medicina Rigenerativa.

PRP Capelli non è cura, ma è stata una pietra miliare.

Il PRP Capelli non cura la Calvizie, non stabilizza nel lungo termine il Trapianto di Capelli, ma dobbiamo un grande pegno di gratitudine nei suoi confronti. Infatti questa tecnica è stata una grande pietra miliare della Medicina Rigenerativa generica e una vera e propria apripista nel campo del contrasto della Calvizie con la sua variante “PRP Capelli”.

Fu quindi una grande innovazione, ma oggi il solo ricorso al PRP, piastrine e fattori di crescita, senza un Protocollo Inclusivo è un concetto sorpassato. Oggi il Protocollo Inclusivo di Medicina Rigenerativa bSBS incarna proprio questo approccio inclusivo che attacca su più fronti la Calvizie.

Si tratta ad oggi del più innovativo sulla scena clinica, pluripremiato e finalmente riconosciuto dalla comunità scientifica per l’alto grado di innovazione ed efficacia nel contrasto autologo alla Caduta dei Capelli. 

Il PRP Capelli non cura perché limitato e di concezione obsoleta.

Utilizzare oggi il PRP Capelli pensando di poter curare la Calvizie, è un errore concettuale. Le tecnologie odierne consentono di sfruttare il massimo potenziale rigenerativo del paziente, mentre il PRP è stato solo il punto di partenza di questo percorso. Considerarlo ancora nella cura della Calvizie senza tener conto delle nuove opportunità è paragonabile al voler utilizzare un telefono a gettoni come faremmo con un moderno smartphone…

Il PRP è una specie di  “incompiuta rigenerativa”. Infatti in linea teorica avrebbe i numeri per fornire una Rigenerazione Cellulare, ma il suo limite è dato da alcuni fattori e dal fatto che è sempre utilizzato come una terapia isolata, al di fuori di un protocollo completo. Vediamo un po’ più da vicino questi fattori limitanti.

I fattori limitanti del PRP Capelli.

Il problema principale del PRP è che si tratta di una frazione estratta dalla semplice centrifugazione del sangue. Per questo motivo, essendo questa separazione poco specifica, il gel piastrinico che viene estratto dalla provetta è una miscela di nuovo e vecchio. Solo le piastrine giovani sono quelle  di nostro interesse.

Sono le più ricche di principi essenziali par la rigenerazione cellulare, mentre quelle vecchie non sono così produttive. Averle insieme nello stesso concentrato è di fatto un “depotenziamento” di quello che dovrebbe essere il suo effetto teorico. Dunque, il PRP ha una bassa potenzialità e poca quantità di concentrato utilizzabile.

Un altro grande problema nasce dall’esigenza di ripetere queste infiltrazioni per molti cicli, proprio per cercare di risolvere il fattore “depotenziamento”. Però ciò porta ad altri problemi… Eseguire infatti da sei a nove infiltrazioni l’anno, oltre a dare evidenti problemi di agenda del paziente, nonché un esborso economico importante, provoca un ispessimento del cuoio capelluto con potenziali episodi cicatriziali. Un paradosso! 

Un pericolo nascosto ma molto ingombrante: lo stimolo alla reazione infiammatoria.

Recentemente l’attenzione dei ricercatori è stata posta sempre più insistentemente sulle condizioni infiammatorie croniche che spesso accompagnano un cuoio capelluto soggetto a Calvizie. L’evidenza sperimentale impone il bisogno di una grande azione antinfiammatoria che assista qualsiasi terapia di Rigenerazione Cellulare.

Il gel piastrinico della tecnica PRP abbiamo già visto essere un miscuglio di tutto ciò che il semplice atto della centrifuga concentra in esso. Uno degli “ospiti indesiderati” di questo miscuglio sono i leucociti. Queste cellule hanno un’azione pro-infiammatoria, ossia stimolano una reazione infiammatoria appunto da parte dell’organismo, cioè di senso opposto a quanto noi vorremmo.

Dunque infiltrando sotto cute sia principi di rigenerazione cellulare depotenziati che leucociti in grado di stimolare una reazione infiammatoria da parte dell’organismo è davvero un disastro. Volevamo spegnere le infiammazioni e dare una spinta rigenerativa significativa… ma abbiamo fatto l’opposto. 

Qui una delle molte pubblicazioni scientifiche che certificano che il PRP crea un boomerang infiammatorio dannoso per i follicoli e accelera l’evoluzione dell’Alopecia Androgenetica.

https://peerj.com/articles/9867/

Il Protocollo Inclusivo bSBS risolve le criticità del PRP nella Cura della Calvizie.

Il Protocollo di Medicina Rigenerativa Inclusiva è un percorso terapeutico inclusivo che tiene conto di tutte le componenti di una condizione sfaccettata ed evolutiva come la Calvizie. È composto da 5 fasi terapeutiche, eseguite in una sola Sessione non chirurgica. Parliamo dunque di una terapia ad alta densità. Un sorta. Di terapia d’urto che, in sole due ore e mezza, dà una vera e propria sferzata di energia al metabolismo ed alla fisiologia del cuoio capelluto.

La Prima Fase è costituita da un gruppo di Analisi Avanzate. Parliamo di Analisi Genomica, Epigenomica, Morfologica Digitale, Analisi del Profilo della Membrana del follicolo e la “URC Analyzer” (Analizzatore delle Unità di Rigenerazione Cellulare).

Le informazioni acquisite, vengono poi processate da UniqueStudio, uno speciale software che sfrutta un algoritmo capace di stilare il corretto percorso terapeutico e di impostare tutte le tecnologie delle successive fasi. In questo modo si raggiunge un livello di personalizzazione terapeutico ingente. Il linea teorica non è possibile avere due terapie esattamente sovrapponibili.

Le Fasi successive del Protocollo Inclusivo bSBS.

Con la Seconda Fase abbiamo una significativa spinta alla rigenerazione autologa, che sfrutta gli strumenti con cui l’organismo opera il suo ricambio quotidiano. Grazie alle Cellule Staminali e alle Unità Rigenerative Cellulari, isolate in modo indolore dal Paziente, è possibile favorire una vera ricostruzione dellEnvironment Follicolare.

La Terza Fase si occupa di fornire una potentissima Azione Antinfiammatoria. Contrastiamo così l’azione di molecole naturali come l’Interleuchina 1 e la Prostaglandina D2, ritenuta la causa più importante della tendenza all’atrofia follicolare.

La Quarta Fase apporta i nutrimenti essenziali per il corretto sostentamento dei Follicoli Capillari ricettivi. Questa Azione Nutritiva Paracrina fa uso di tecnologie capaci di favorire un significativo assorbimento dei principi attivi e nutritivi. Ciò avviene sia nel breve termine, che nel lungo, con il cosiddetto “effetto retard”.

La Quinta Fase è quella dell’Azione Tricogenetica. Essa dà lo “start” alla Rigenerazione Cellulare grazie alla proliferazione dei Fibroblasti della Papilla Dermica. Oggi questi corpuscoli sono ritenuti la “chiave di volta” nella nascita, della crescita e della effettiva Rigenerazione del Follicolo Capillare.

Il successivo follow-up auxologico follicolare è invece fondamentale per il mantenimento di condizioni stabili anche nel tempo. Stabilizza i risultati, amplifica l’effetto di Rigenerazione Follicolare e lo rende duraturo.

È importante essere tempestivi per ottenere il massimo dal Protocollo Inclusivo bSBS.

L’Alopecia Androgenetica è la forma più comune di Calvizie, l’80% degli uomini è poco oltre il 30% delle donne ne soffrono. Il segno distintivo è un progressivo assottigliamento dei capelli e un costante diradamento delle zone colpite.

Con questi segni riconoscibilissimi, indice di una condizione evolutiva, bisogna non perdere tempo. Solo un contrasto precoce e tempestivo con un opportuno protocollo terapeutico inclusivo può garantire infatti la massime possibilità di successo.

Anche nel caso in cui il grado evolutivo della Caduta dei Capelli è avanzato, la validità del ricorso alla Terapia inclusiva è inalterata. 

Anche in questo caso si punta al recupero e alla rigenerazione del parco follicolare attivo del paziente. Data la probabile presenza di aree atrofiche, in seconda battuta, si può provvedere ad una valutazione mirata al possibile completamento del rinfoltimento per via chirurgica. Una vera e propria definizione estetica, laddove non si sia potuto sfruttare il potenziale di Rigenerazione autologa perché arrivati troppo tardi.

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