Alopecia Infiammatoria Post Trapianto
Alopecia Infiammatoria Post Trapianto

Alopecia Infiammatoria dopo il trapianto di capelli.

Alopecia Infiammatoria: che problema!

Alopecia Infiammatoria, Alopecia Areata, Alopecia Cicatriziale e Lichen. La Medicina Rigenerativa nel contesto delle patologie follicolari infiammatorie.

L’Alopecia Infiammatoria, e più in generale tutte le forme infiammatorie di Caduta dei Capelli. sono malattie difficili da diagnosticare e trattare. Queste forme di patologie tricologiche hanno origini disparate e sono tutte caratterizzate da un certo grado di insensibilità alle terapie, il che evoca lo spettro di un processo irreversibile e pernicioso per i capelli di chi ne è affetto.

La natura cronica e spesso recidivante di queste malattie, inoltre, rende poco praticabile la via dell’autotrapianto di capelli. Infatti il fenomeno infiammatorio che sta all’origine del problema, permane e può addirittura essere riattivato dalla natura traumatica di un intervento chirurgico, sebbene si parli di microchirurgia.

Altro particolare degno di attenzione, per meglio comprendere la difficoltà dello scenario, è che le Alopecie Infiammatorie di origine post traumatica, come il Lichen Planus Pilare o l’Alopecia Areata, sono poco conosciute e di notevole impatto sintomatologico.

Alopecia Infiammatoria post-chirurgica.

Alopecia Infiammatoria post-traumatica dopo autotrapianto di capelli… Cos’è?!

L’ampia gamma di mlattie del cuoio capelluto che viene definito con “Alopecia Infiammatoria” tradisce la difficoltà pratica nel riconoscimento di questi disturbi. Il problema si riflette nella poca tempestività della diagnosi di una particolare forma di Alopecia Infiammatoria che si dovesse presentare sotto gli occhi dello specialista.

La mancanza di una sintomatologia tipica e riconoscibile, innesca o approcci troppo attendisti, o vere e proprie confusioni con il quadro subclinico di altre patologie. Frequenti sono le “confusioni” con dermatite seborroica, o irritazioni cutanee di natura aspecifica.

Dopo un trapianto, in cui è fondamentale che i follicoli trovino tutte le condizioni ideali per attecchire sul nuovo substrato, un tardivo intervento per mancato riconoscimento del problema è un bel guaio. Il pericolo è quello di esporre seriamente al rischio di insuccesso o, successivamente, alla perdita di quei capelli che fossero riusciti ad ambientarsi nella nuova sede.

Alopecia infiammatoria dopo il trapianto: in che condizioni si presenta?

Va puntualizzato un concetto molto importante per la comprensione del quadro di cui stiamo discutendo. Le manifestazioni infiammatorie fisiologiche seguenti ad un qualsiasi intervento chirurgico, e quindi anche quelli di trapianto di capelli, sono normali reazioni dell’organismo. Esse sono necessarie a ristabilire e riparare tessuti danneggiati o che necessitino di “attenzione”.

Il primo è più riconoscibile segno è un arrossamento della zona interessata. Quella è un’area in pieno processo di angiogenesi. Ciò significa che è in atto la formazione di un nuovo intricato sistema di vasi capillari, che vanno a nutrire quella zona con lo scopo di favorire ed accelerare i processi di rigenerazione.

Alopecia infiammatoria dopo il trapianto: coccole per i follicoli trapiantati…

Nel nostro caso, i follicoli trapiantati saranno “coccolati” dai nuovi vasi che presiederanno alla riuscita del loro attecchimento. Inoltre le incisioni sul cuoio capelluto saranno egualmente spinte verso una normale cicatrizzazione. Se questo assetto di infiammazione dovesse avere una durata troppo prolungata (ossia non soltanto il necessario affinché tutto torni alla normalità) e magari in un quadro di ciclica riproposizione su un substrato geneticamente predisposto, il rischio che si corre è quello di innescare una patologia autoimmune.

Questo fenomeno è definito “Fenomeno di Koebner” o “Isomorfismo reattivo” . A meno che non si conosca il profilo genetico del soggetto che ne dovesse essere portatore o che non ci sia già in atto una patologia correlata conclamata, non è possibile riconoscerlo a priori.

Alcune interessanti ricerche hanno identificato i Mastociti come figure complici dello sviluppo di questo isomorfismo reattivo. Pazienti affetti da patologie autoimmuni come il Lichen o l’Alopecia Areata presentano nei loro organismi mastociti attivati. Queste cellule sono particolarmente sensibili alle modificazioni omeopatiche, ormonali e di temperatura che si hanno durante i processi flogistici e quindi possono essere attivate anche da i processi post chirurgici.

L’Alopecia Cicatriziale.

Reazioni all’autotrapianto delle diverse forme di alopecia infiammatoria: Alopecia Cicatriziale differenze con Alopecia non Cicatriziale.

Come già accennato, le differenti forme di alopecia infiammatoria sono sommariamente suddivise in forme cicatriziali e forme non cicatriziali. Nelle prime abbiamo la perdita definitiva dell’unità follicolare che si trovi nell’area interessata al processo infiammatorio; nel secondo tipo, invece, sussiste la possibilità di recupero del follicolo.

Questo è un caso emblematico del fatto che un riconoscimento precoce della patologia consentirebbe di trattare subito ed in maniera adeguata il paziente. Purtroppo però siamo di fronte a casi clinici con eziologia e meccanismi patogenetici non perfettamente compresi. Da ciò la difficoltà di una classificazione non necessariamente puntuale e condivisa e l’ardua serie di valutazioni comparative in caso di diagnosi differenziale.

Le Forma Autoimmuni..

Alopecia infiammatoria post trapianto: altre forme autoimmuni.

Il Lichen Planus Pilaris del cuoio capelluto e l’Alopecia Areata sono le forme autoimmuni più diffuse di alopecia infiammatoria. La seconda è un nitido esempio di quanto sia ardua la diagnosi precoce di questo tipo di affezioni. Essa si può presentare, infatti, sia nella forma classica che nella versione cosiddetta “in incognito” (che mima clinicamente un “telogen effluvium”). Essa è caratterizzata da diradamento generalizzato, o nella forma “Androgenetica-like” (senza la presenza della caratteristica chiazza alopecica ovalare).

La predisposizione genetica, come indicano le più recenti ricerche, gioca un ruolo determinante. Il carattere autoimmune della patogenesi dell’alopecia areata è un particolare importante per comprenderne l’evoluzione. Il danno metabolico alla guaina del capello, ma soprattutto la tendenza alla cronicizzazione dello stato infiammatorio, sono influenzate da tale predisposizione. Nel caso di un evento traumatico come quello indotto da un intervento chirurgico, possono dilagare e creare non pochi problemi.

Tra le forme più gravi di tali patologie il Lupus Eritematoso Discoide è fortunatamente meno frequente, anche se statisticamente possibile.

Alopecia infiammatoria dopo il trapianto: la testimonianza dello specialista.

“Nella pratica clinica quotidiana mi è capitato molto spesso di imbattermi in pazienti con alopecia infiammatoria a seguito di autotrapianto di capelli…”

“…la difficoltà maggiore in questi casi è che la fenomenologia clinica si presenta con modalità aspecifica: tricodinia, prurito, irritazione. Ciò porta ad un difficile riconoscimento diagnostico e la biopsia cutanea non riesce a fornire informazioni significative…”

“…così un approccio più adeguato per la corretta formulazione della diagnosi rimane quello basato sull’evidenza clinica”.

Dott. Mauro Conti – Direttore Scientifico di HairClinic BioMedical Group.

Lichen e Alopecia Areata in incognito: in testa alla hit-parade delle patologie post trapianto.

Il Lichen Planus Pilaris (LPP) o Lichen Follicolare decalvante è una patologia cutanea caratterizzata dalla comparsa di elementi papillari follicolari. Un sinsomo ricorrente a cui è associata è una fastidiosa forma di prurito. Essa evolve con facilità in ipercheratosi perifollicolare e quindi in atrofia cicatriziale con conseguente perdita dei follicoli nelle fasi più evolute. Il riconoscimento precoce di questa forma patologica è un vero e proprio cimento per lo specialista. Il problema principale è infatti riconoscere il prurito, un sintomo aspecifico comune a quasi tutte le dermatos, come spia della comparsa della malattia.

Le caratteristiche di questo prurito sono spesso definite dai pazienti come una sorta di bruciore o di sensazione di punture di sottili aghi al cuoio capelluto. Inoltre alcune condizioni cliniche portano a considerare la possibilità di un certo digradare tra le forme di alopecia androgenetica e quelle lichenoidi; un “continuum” che chiaramente complica ulteriormente l’inquadramento diagnostico.

Ci sono comunque alcuni importanti indizi che possono essere utili allo specialista e metterlo sulla strada giusta: il “pitting”, ossia la comparsa di tipiche depressioni puntiformi sulla lamina ungueale e le “depressioni peripilari”, che possono essere colte grazie ad una accurata valutazione dermoscopica. Cogliere questi aspetti con giusto tempismo permette di instaurare una corretta terapia in tempi ragionevoli e quindi scongiurare spiacevoli evoluzioni verso le forme conclamate di alopecia infiammatoria.

Le Necessarie Attenzioni.

Alopecia infiammatoria post chirurgica: le necessarie attenzioni.

Nelle fasi conclamate della patologia è frequente l’uso di farmaci antinfiammatori come i Corticosteroidi, sia topici che sistemici, con una preferenza generale per questi ultimi. In quei casi dove la componente autoimmune sia stata inequivocabilmente identificata, anche il ricorso ad Immunosoppressori è una risorsa da sfruttare.

Come si accennava, il quadro sintomatologico delle differenti forme di alopecia infiammatoria è molto complesso, quindi la terapia va definita in modo personalizzato per ogni singolo soggetto. “In futuro, la strada dei Farmaci Biologici potrà rappresentare una concreta alternativa terapeutica – aggiunge il dottor Conti – che attualmente si limita soltanto alla necessaria fase di sperimentazioni scientifiche preliminari”.

hCRP: l’evoluzione della tecnica PRP giunge alla tecnologia di separazione cellulare più avanzata del settore. Senza paragoni!

Il ricorso a diverse tecnologie che apportino al tessuto in sofferenza il beneficio di concentrati ricchi di principi attivi rigenerativi è indubbio. “Nella mia personale esperienza – continua Conti – preferisco evitare l’esecuzione del PRP Capelli (N.d.R.: Platelets Rich Plasma, ossia Plasma Ricco di Piastrine) nelle fasi infiammatorie acute e riservarlo solo in casi selezionati e nei quali il processo flogistico sia ormai spento”.

La tecnologia di separazione cellulare hCRP, è caratterizzata da una selezione ottica automatica. Tale metodo permette di isolare dalla miscela complessa utilizzata nel classico PRP Capelli, soltanto le cosiddette URC, ossia le Unità Rigenerative Cellulari, oltre che la Matrice ExtraCellulare nativa del paziente stesso.

È il metodo di separazione cellulare tecnologicamente più avanzato del settore. La separazione ottica viene effettuata tramite un lettore automatizzato e la selezione cellulare avviene a circuito chiuso, quindi non sono possibili manipolazioni o contaminazioni da parte del medico, con massima igiene e sicurezza. Solo le cellule realmente necessarie alla stimolazione verranno individuate ed isolate. Nel concentrato rigenerativo finale saranno inoltre presenti piastrine giovani bioattive, Citochine e Chemochine. Questa è la principale differenza con PRP, che non è molto selettivo nella sua ricerca di piastrine. Per questa ragione, l’attività delle microprovette utilizzare nel metodo hCRP è di oltre 36 volte maggiore rispetto ad un singolo dosaggio PRP.

PRP Vs hCRP.

Alopecia infiammatoria post chirurgica. hCRP: anche durante l’infiltrazione le differenze sono importanti.

Le differenze tra PRP Capelli e hCRP sono determinanti. Sono tre le aree di maggiore differenziazione tra le tecniche PRP e hCRP: il mezzo per iniettare i concentrati di principio attivo, la frequenza delle infiltrazioni e, infine,  la distribuzione delle stesse sul cuoio capelluto.

Il PRP Capelli prevede l’infiltrazione del plasma arricchito tramite una siringa mesoterapia che può arrecare danni a cute e follicoli. Il quadro, in realtà, rimane alquanto controverso, ma è una evidenza sperimentale quella che vede il fenomeno di Koeber scatenato da punture al cuoio capelluto. Ecco il motivo per cui preferiamo una sola sessione di infiltrazioni, eseguite con un minuscolo ago, inserito in un tubo sterile usa e getta, a sua volta collegato ad uno strumento brevettato, che presiede al dosaggio del volume perfetto per ogni infiltrazione e ne controlla l’opportuno distanziamento. La tecnologia Micro SyNeedle minimizza il traumatismo alla cute e ai follicoli. Per tale motivo essa è indolore e fornisce il massimo comfort durante le infiltrazioni.

Dal momento che è auspicabile che la rigenerazione cellulare sia estesa a tutto il cuoio capelluto, le infiltrazioni non si limitano mai soltanto alle aree affette da alopecia o caduta di capelli. Generalmente la frazione di infiltrazioni che sono concentrate sulle aree che ne avrebbero più bisogno, è di circa il 35/40%. il resto è dedicato proprio a tutto il cuoio capelluto.  Per rendere più efficace tale stimolazione, infine, queste infiltrazioni vengono eseguite in una sola sessione ad alta densità.

Attenzione al Trapianto.

Il rischio di Alopecia infiammatoria può essere accresciuto dall’esecuzione di un Trapianto di Capelli?

Quando un caso di Alopecia Infiammatoria occorra successivamente ad un Trapianto di Capelli, risulta veramente arduo comprendere se esso sia stato stimolato dall’evento microchirurgico in sé, o se fosse già una condizione preesistente che si è semplicemente slatentizzata. Solo una attenta valutazione preventiva può chiarirci le idee. Il paziente non deve avere la frenesia del ricorso al trapianto, senza avere una esatta comprensione del proprio stato di salute e senza avere la possibilità di sottoporsi ad una cura di Medicina Rigenerativa che lo metterebbe in una condizione sicuramente migliore.

È infatti ormai noto che il trapianto di capelli da solo non basta a risolvere la calvizie. Esso deve essere effettuato solo dopo aver curato il problema di base che ha generato la caduta di capelli, solo così possiamo avere la certezza che i follicoli trapiantati non vadano incontro a problemi di attecchimento o altre tipiche evenienze che ci troviamo a gestire ogni giorno.

Ribadiamo che l’autotrapiano non è una cura della calvizie, anzi, se non si sta particolarmente attenti, esso può stimolare a cascata altri problemi. Ecco perché noi di HairCLinic supportiamo la tesi della cura completa preventiva, associata ad analisi selettive che possano dare risposte mirate alle reali esigenze del paziente.

Terapia bSBS.

Le Potenzialità della Terapia Multidisciplinare.

I benefici promossi dal Protocollo di Medicina Rigenerativa Multidisciplinare sono essenziali al fine di favorire il miglior risultato estetico. Ciò è vero nella calvizie avanzata come base pre-chirurgia o post chirurgia ma anche nei casi di diradamento leggero o moderato dove esprime il massimo potenziale di rigenerazione autologa.

Tra i principali benefici che il Protocollo Multidisciplinare può favorire, abbiamo l’inversione della miniaturizzazione e il conseguente aumento significativo della densità globale. Questo è tra l’altro un risultato estetico molto appagante.

Il Protocollo bSBS lavora anche sul contrasto dell’invecchiamento cellulare precoce, situazione che riguardano oltre il 93% dei pazienti trattati, ed è una condizione necessaria per ottenere la massima rigenerazione cellulare autologa.

Chi può farla?

A chi è indicata la Terapia Multidisciplinare?

  • Alopecia Androgenetica Maschile.
  • Alopecia Androgenetica Femminile.
  • Calvizie Giovanile.
  • Diradamento Localizzato.
  • Diradamento Diffuso.
  • Assottigliamento dei Capelli.
  • Calvizie avanzata pre Trapianto di Capelli.
  • Post Trapianto di Capelli.
  • Alopecia Areata.
  • Alcuni tipi di Alopecia Cicatriziale (volto ad arginare l’evoluzione no per rigenerazione).
  • Alopecia Universale (non è indicato).

Risultati e Recensioni.

I Benefici essenziali.

bSBS Capelli, PRP Capelli, hCRP Capelli
bSBS Capelli, PRP Capelli, hCRP Capelli

Il Protocollo Multidisciplinare bSBS risultata essere anche una importante terapia di supporto al trapianto di capelli. In tutti quegli scenari in cui la caduta di capelli sia andata troppo avanti, non è sufficiente da solo a risolvere la calvizie. La sua azione promuove il ristabilirsi degli equilibri fisiologici del sistema scalpo-capelli, per il conseguimento di un significativo Risultato Clinico.

Infine favorisce le massime possibilità di ottenimento di risultati esteticamente e clinicamente validi, naturali, e di lunga durata. Ma non dobbiamo dimenticare un fatto importantissimo e che differenzia maggiormente questo tipo di terapie da quelle farmacologiche: totale assenza di effetti indesiderati.

Recensioni Certificate sul Protocollo Rigenerativo.

Recensioni Protocollo di Medicina Rigenerativa bSBS. Oltre 1400 Recensioni Certificate e decine di Video Testimonianze e Valutazioni di veri Pazienti. Ogni Recensione è Certificata da Feedaty, HairClinic raccoglie le recensioni in forma cartacea e controfirmata dal paziente e consegnata a Feedaty la quale pubblica le sole valutazioni. Guarda altre video Recensioni: HairClinic Recensioni Certificate.

HairClinic Academy.

Comprendere il perché alcune terapie non portano a risultati duraturi, perché il trapianto di capelli non basta per risolvere la calvizie. Quali azioni si possono fare per agire in modo serio e completo e qual è l’approccio terapeutico più avanzato per affrontare la tua calvizie. Questo e molto altro viene spiegato dal Dott. Mauro Conti nei Video Academy, guardali adesso.

Premio Le Fonti INNOVATION Awards®.

HairClinc Academy è Eccellenza nella Cura della Calvizie. Guarda la news completa.

Interviste e Media.

AdnKronos, Agi Stampa, Ansa, TgCom24, Tg StudioAperto Italia1, TG5 Salute e Molti altri.

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FAQ.

Le domande più frequenti.

Cos’è l’Alopecia Androgenetica?

L’Alopecia Androgenetica (AGA), nota anche come Calvizie Comune Ereditaria, è una comune condizione del sistema “scalpo-capelli”, nella quale si verifica una progressiva miniaturizzazione dei capelli. Questi, ciclo dopo ciclo, cadono per ricrescere sempre più piccoli fino a quando il Follicolo Capillare non giunge ad una condizione di Atrofia. Colpisce prevalentemente gli uomini, ma anche le donne ne sono affette in modo sempre più visibile.

Quali sono i responsabili della Calvizie?

È ormai assodato che i veri responsabili della Caduta dei Capelli siano il Diidrotestosterone (DHT) e la Prostaglandina D2 (PGD2). Il primo è un composto naturale derivato dal Testosterone per opera di un enzima, la 5-alfa-Reduttasi. Esso perturba l’equilibrio fisiologico del Cuoio capelluto e porta a vari problemi, quali seborrea, forfora eccessiva e quel processo di miniaturizzazione che alla fine porta all’atrofia follicolare. La PGD2 invece sostiene una condizione di cronica infiammazione del sistema scalpo-capelli che peggiora il quadro già compromesso dal DHT.

Lo stress può essere cause di calvizie?

Lo stress, come altri fattori esterni, quali cattive abitudini, carenze alimentari o altre patologie, può concorrere al peggioramento di una condizione di Calvizie. Non si tratta di vere cause della calvizie, ma di sicuro la loro influenza è importante per determinare un peggioramento della stessa. Per questo motivo parliamo di “concause” che possono variare da caso a caso.

Calvizie Femminile e Calvizie Maschile sono diverse?

Assolutamente no. Si tratta della stessa condizione di “attacco ai Follicoli Capillari”. Anche se la sintomatologia è differente, DHT e PGD2 sono i responsabili comuni. A loro si deve la miniaturizzazione dei capelli che nella donna avviene prevalentemente sulla parte superiore del capo, mentre nell’uomo si verifica sulle tempie e sul vertex per poi procedere e lasciare la classica “coroncina” di capelli in zona parietale ed occipitale del capo.

La Calvizie si può curare con lozioni o shampoo anticaduta?

Assolutamente no! Questo è uno dei cliché più comuni relativamente alla lotta alla Calvizie. Le cause della Caduta di Capelli sono molto profonde e legate agli equilibri fisiologici dei Follicoli Capillari ed in generale del cuoio capelluto. Per nostra fortuna la cute è un efficiente scudo che non permette intrusioni, quindi una lozione, uno shampoo, una maschera per capelli non possono nulla sulle vere cause della calvizie. Essi e tutti gli altri “cosmetici anticalvizie” che purtroppo si trovano in commercio sono solo dei palliativi. Puliranno e renderanno morbidi e setosi i capelli, quello senz’altro… ma questi stessi capelli continueranno a cadere.

Esistono integratori alimentari che combattano la Calvizie?

Anche in questo caso la risposta è negativa. È vero che condizioni di malnutrizione o semplici carenze alimentari possano avere un effetto sulla salute generale di capelli e cuoio capelluto, ma non esiste un integratore che da solo sia capace di curare la calvizie. Viceversa se una corretta integrazione Nutraceutica è inserita nel contesto completo di un Protocollo Multidisciplinare di contrasto alla Calvizie, essa può giocare le sue carte per concorrere a creare condizioni di buona salute generale del sistema “scalpo-capelli”.

Il PRP Capelli combatte la Calvizie?

Ancora una volta dobbiamo rispondere no, anzi “ni”. Infatti il PRP Capelli fu la prima terapia mirata alla stimolazione cellulare dei Follicoli Capillari e basata sulle conoscenze della Medicina Rigenerativa. Il gel piastrinico che contiene tutti i principi di Rigenerazione Cellulare è effettivamente in grado di lavorare sul Follicolo Capillare. Però da solo non basta. Vari sono i motivi che non consentono di potere definire il PRP Capelli come una cura della Calvizie, ma il più importante è che esso viene adoperato come una terapia isolata, fine a sé stessa e questo è un grossissimo limite.

Il Trapianto di Capelli cura la Calvizie?

A questa domanda dobbiamo ancora rispondere di no. Il Trapianto di Capelli è senz’altro un’importante metodica di rinfoltimento chirurgico indicato per calvizie molto estese, ma non è una cura. È semmai un metodo di copertura dei danni dati dalla Calvizie. La nascondono, ma non la curano. DHT e PGD2 continuano imperterrite nella loro attività tanto che un Trapianto non potenziato ed assistito non dura. Dopo un paio di anni è da rifare. È qui che la Medicina Rigenerativa si inserisce e potenzia i risultati dell’Autotrapianto rendendoli più naturali, duraturi ed efficaci.

La Calvizie è ereditaria?

Il nome di questa condizione, Alopecia Androgenetica, mette in correlazione la sua incidenza con alcune predisposizioni genetiche. Quindi è senz’altro preferibile parlare di ereditarietà delle predisposizioni genetiche alla calvizie, piuttosto che parlare di ereditarietà della Calvizie in sé. Inoltre sembrerebbe confermato che questa predisposizione segua la linea materna, ossia la ereditiamo da nostra madre, esattamente come il DNA mitocondriale. Non guardate dunque la testa di papà per capire se abbiamo problemi, guardate semmai lo zio da parte di mammà.

In cosa consiste il Protocollo Multidisciplinare bSBS?

Il Protocollo Multidisciplinare di Medicina Rigenerativa bSBS è un insieme di avanzate applicazioni cliniche che agiscono in sinergia per favorire un efficace contrasto all’evolutività della Calvizie. Non una cura di un solo aspetto, ma un attacco a 360° a tutte quelle che sono le componenti di uno squilibrio multifattoriale come l’Alopecia Androgenetica è.

Quanto costa il Protocollo di Medicina Rigenerativa bSBS?

Il Protocollo di Medicina Rigenerativa Multidisciplinare bSBS, ha un costo di 3600,00 Euro. Si esegue una volta sola, è composto da più di 16 tecnologie ognuna incentrata su un aspetto differente della calvizie. Può prevedere 1/2 richiami nel primo anno, oppure nel secondo/quinto anno. I Richiami sono inclusi nei costi.

Il Protocollo Multidisciplinare ha controindicazioni?

No assolutamente. I principi di Rigenerazione Cellulare alla base del suo funzionamento sono autologhi e quindi assolutamente ben tollerati dal paziente dal quale sono prelevati in un primo momento e reinoculati in un secondo.
Trovate più informazioni sul bSBS cliccando qui.

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